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06-09-2022

Storie di designer: le opere di Gae Aulenti

Storie di designer: le opere di Gae Aulenti

Gae Aulenti, pseudonimo di Gaetana Emiliana Aulenti, ha avuto durante la sua vita una luminosa carriera, che l’ha collocata di diritto nel pantheon dei più influenti designer ed architetti italiani.

Tanto vicina al movimento del Neoliberty quanto distante da quello razionalista, ha lasciato la sua impronta caratteristica su una molteplicità di opere in tutto il mondo, occupandosi sia di restauro architettonico che di industrial design.

In questo articolo andremo quindi a scoprire alcune delle opere che l’hanno resa più celebre, facendola diventare un punto di riferimento a livello mondiale.

 

La storia di Gae Aulenti

Gae Aulenti nasce in provincia di Udine nel 1927, e si forma professionalmente come architetto nella Milano degli anni ‘50.

Sposa con convinzione una visione che vede il moderno non come un sostituto del passato, ma come un qualcosa che deve amalgamarsi con esso.

Tratto distintivo, questo, che rende particolarmente riconoscibile il suo operato.

 

Fiera esponente del movimento del Neoliberty ed insegnante presso alcune delle maggiori Università di Architettura italiane, lavora come assistente di Ernesto Nathan Rogers a Milano e conosce Renzo Piano, all’epoca giovane studente.

 

La sua brillante visione del mondo e del design la vedono ben presto collaborare con aziende del calibro di Olivetti, Max Mara e Knoll, nonché con la famiglia Agnelli ed il mondo Fiat.

Rivoluziona il Museo d’Orsay, allestisce il Centro Pompidou, mette mano al Museo d’Arte Asiatica a San Francisco…

 

Viene insignita di numerosi riconoscimenti, dalla Medaglia d’oro alla carriera al Cavalierato della Gran Croce, ed alla sua morte, avvenuta nel 2012, Milano le dedica la piazza della Unicredit Tower.

 

Le opere più famose di Gae Aulenti

La lampada Pipistrello

Vogliamo iniziare col racconto delle opere più celebri di Gae Aulenti partendo da uno dei suoi primi lavori, la lampada da tavolo Pipistrello.

Fu realizzata nel 1965 per gli showroom di Olivetti a Buenos Aires e Parigi, richiamando le forme semplici ma sinuose tipiche dell’Art Nouveau.

Regolabile in altezza grazie ad un braccio estensibile in acciaio e disponibile in origine solo nei colori bianco e testa di moro, venne poi prodotta in serie da Martinelli Luce.

Un esemplare originale è attualmente custodito presso il MoMA di New York.

 

Museo d’Orsay

Forse non sai che fu proprio Gae Aulenti a trasformare il Museo d’Orsay di Parigi in ciò che è oggi, rinnovando una vecchia stazione ferroviaria.

Le forme della struttura di partenza sono state rispettate, in quel connubio tra passato e contemporaneo tipico dell'architetto, ma soprattutto grande importanza è stata data alla luce.

E’ proprio la luce, infatti, che contribuisce a mettere in risalto la bellezza delle opere esposte, e Gae Aulenti ne era perfettamente consapevole.

 

Ristrutturazione Palazzo Grassi a Venezia

Acquistato dalla Fiat negli anni ‘80, Palazzo Grassi era un semplice edificio nel sestiere di San Marco, affacciato sul Canal Grande.

Gae Aulenti ci mise mano inserendo delle cimase, rinforzando la struttura metallica intorno alle vetrate nel cortile e ridipingendo l’ambiente in verde acqua, per creare un piacevole contrasto con il rosa del marmorino utilizzato.

 

Ristrutturazione ex Scuderie del Quirinale a Roma

Le ex Scuderie del Quirinale, che ospitano ancora oggi eventi e kermesse di spessore, furono rimodernate da Gae Aulenti negli anni 2000, nel periodo del Giubileo.

L’architetto in particolare ricoprì il selciato, in modo da renderlo sicuro al transito dei turisti, e posizionò delle pareti in cartongesso dietro le quali nascondere cavi e collegamenti elettrici.

 

Arredo urbano di Piazzale Cadorna a Milano

Nonostante Piazzale Cadorna ospitasse già palazzi ingombranti, che furono d’ostacolo a Gae Aulenti nel realizzare la sua visione dello spazio, l’architetto progettò percorsi pedonali ed installò delle pensiline dal sapore piacevolmente ottocentesco.

Questo rimando retrò fu contrastato dall’opera moderna posta proprio al centro della piazza, realizzata da Claes Oldenburg e Coosje van Bruggen: una coloratissima scultura che rappresenta un ago ed un filo annodato, simbolo della laboriosità del popolo milanese.

 

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