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04-10-2022

Cantine di design: l’architettura del vino

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Le cantine di design italiane da visitare almeno una volta

Dopo aver parlato dei grattacieli più alti, dei ristoranti più belli al mondo e dei palazzi più strani, tocca ora alle cantine di design tra le più belle d’Italia.
Quando il vino incontra l’architettura si assiste ad un dialogo tra arte e natura, portando alla nascita di vere e proprie opere d’arte.

Ecco qui 5 progetti di cantine vinicole che esaltano le bellezze e le ricchezze del territorio italiano. 

 

L"Astemia Pentita a Barolo: la prima cantina POP

Progettata dall’architetto Gianni Arnaudo, su richiesta dell’imprenditrice ex-astemia Sandra Vezza, l”Astemia Pentita a Barolo nasce per stupire. A partire dal nome, insolito e volutamente con virgolette al posto dell’apostrofo, e continuando con l’architettura della cantina: rappresentazione, fuori scala, di due cassette di vino sovrapposte e sfalsate. 

La parte della cantina che ospita le fasi del processo produttivo si sviluppa sotto terra, per rispettare il paesaggio delle Langhe e non “rubare” terreno prezioso alle vigne.
Gli ambienti esteticamente evocano proprio il processo di produzione, dalle grandi foglie di nebbiolo che richiamano il momento della vendemmia fino ai cieli azzurri che rappresentano la fase del riposo. 

Non mancano pezzi di design iconici come il divano Bocca, il Cactus, la poltrona Roxanne e la poltrona gigante Mickey dei Sogni. Serve ancora chiedersi perchè viene definita cantina POP?

 

Cantina Petra, il “fiore disegnato” in pietra 

Tra le cantine d’autore più famose troviamo sicuramente Cantina Petra, in val di Cornia tra le colline della Maremma livornese. È l’archistar Mario Botta che viene incaricato, da Francesca Moretti e famiglia, di realizzare quest’opera di design. 

All’occhio, la Cantina Petra si presenta come un cilindro di pietra, alto 25 metri, sezionato con un piano inclinato che segue l’andamento delle colline circostanti. La sommità del cilindro è il punto di raccolta dei grappoli e da qui gli acini cadono morbidamente nelle vasche di macerazione e fermentazione.

Nota interessante: la sala degustazione si trova al piano terra, dove è stata scavata una lunga galleria che percorre l’interno della montagna fino ad una parete di roccia.

 

La Tenuta Castelbuono e il suo Carapace di design 

Siamo in Umbria, in località Cantalupo in provincia di Perugia, e qui troviamo il Carapace di Arnaldo Pomodoro. Progettato, su commissione della famiglia Lunelli, per essere un vero e proprio scrigno per il vino, è considerato la prima scultura al mondo abitabile. 

All’occhio il Carapace si presenta come una grande cupola ricoperta di rame, con incisioni che ricordano i solchi della terra, a rappresentazione del legame con il territorio e la natura. Perchè una tartaruga per questa cantina d’autore? È simbolo di longevità, stabilità e lentezza, proprio come la trasformazione dell’uva in vino, lenta e duratura.

Per non far passare inosservata la cantina, Pomodoro posiziona una seconda scultura a pochi metri dal Carapace, un grande dardo rosso alto ben 18 metri. Impossibile non notarla! 

 

Tenuta Ammiraglia: l’ala di gabbiano che punta verso il mare

Sempre in Toscana, nella Maremma grossetana, troviamo la cantina della Tenuta Ammiraglia, di proprietà della famiglia dei Marchesi Frescobaldi. Progettata dagli architetti Piero Sartogo e Nathalie Grenon, la struttura risulta perfettamente integrata tra le colline in cui sorge: un’ala di gabbiano proiettata verso sud, o anche la prua di una nave che punta verso il mare.

Un lembo di terra è stato sollevato, “tagliando” a metà la collina orizzontalmente, inserendo la Cantina in una fessura di 130 metri. Molti dei materiali che sono stati ricavati da questi lavori sono stati usati per la copertura del tetto, ricoperta da un manto erboso.

Guardando la cantina, si avverte un senso di continuità con le colline ondulate della Toscana che si affaccia sul Mediterraneo. 

 

Cantina Mezzacorona e il suo tetto ondulato

Ci spostiamo, infine, in Trentino. Qui, è il progettista Alberto Cecchetto ad essere incaricato del progetto dei nuovi stabilimenti della Cantina Mezzacorona. L’insediamento di 11 ettari, nato come simbolo di ri-connessione tra territorio agricolo, paesaggio e produzione del vino, si sviluppa su quella che era un’industria ormai in disuso.

Cecchetto ha studiato la Piana Rotaliana e ha disegnato la copertura dell’edificio riprendendo le “onde” dei vigneti coltivati a pergola trentina, tipici della zona. 

I materiali usati per questra struttura architettonica, inserita anche negli elenchi delle “eno-mergaviglie” italiane, sono solo acciaio, legno, vetro e alluminio. Elemento distintivo? La torre metallica che impatta accanto alla struttura storica. 

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