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09-05-2023

Biennale di Architettura 2023: parola d’ordine cambiamento

Biennale di Architettura 2023

La Biennale di Architettura 2023 è in programma a Venezia dal 20 maggio al 26 novembre con il titolo “Il Laboratorio del Futuro” e si divide tra Giardini, Arsenale e altri luoghi della città.
Le novità sono tante, a partire dalla direttrice Lesley Lokko, prima donna africana a curare la Mostra nella storia dell’Istituzione. Altro cambiamento, pur mantenendo la divisione in padiglioni nazionali, il focus sarà sul continente africano: puntare i riflettori sull’Africa come punto di partenza da cui guardare il resto del mondo è un modo per essere “specifici su un luogo e un contesto, per poi comprendere tutto il resto”. Come afferma Lesley LokkoA livello antropologico, siamo tutti africani. E ciò che accade in Africa accade a tutti noi”.

 

Vediamo insieme di approfondire le tematiche di questa 18ma edizione, le dichiarazioni della direttrice Lesley Lokko e come sarà organizzata la Mostra.

 

“Il Laboratorio del Futuro” di Lesley Lokko

 

I temi principali della Biennale di Architettura 2023 saranno la decolonizzazione e decarbonizzazione. “The Laboratory of the Future” avrà come base questo parallelismo tra il mondo dell’architettura e l’Africa, pensando a entrambi come “laboratori del futuro”. Come ricorda la curatrice, il continente africano è il più giovane, con un’età media che è pari alla metà di quella di Europa e USA, e ha un tasso di urbanizzazione molto rapido, che provoca una crescita spesso incontrollata e non pianificata, di cui ne fanno le spese l’ambiente e gli ecosistemi locali. L’architettura ha il compito, d’altro canto, di immaginare un futuro diverso e tradurre poi le immagini in realtà. 

Prevediamo che la nostra mostra sia una sorta di bottega artigiana, un laboratorio in cui architetti e professionisti provenienti da un ampio campo di discipline creative tracciano un percorso fatto di esempi delle loro attività contemporanee (progetti, testi, performance, installazioni e dibattiti dal vivo) che il pubblico, composto da partecipanti e visitatori, potrà percorrere immaginando da sé cosa può riservare il futuro”.

 

Chi è Lesley Lokko

Lesley Lokko architetta, scrittrice, docente di pregio e ora anche la prima donna africana a dirigere la Biennale di Architettura. Nasce a Dundee nel 1964 con cittadinanza ghanese, ottiene una laurea alla Barlett School of Architecture e conseguentemente un dottorato alla University of London.
Ha insegnato in diversi atenei internazionali, dal Regno Unito alla London Metropolitan University, fino all’Australia per l’UTS di Sydney, passando per l’Europa, gli Stati Uniti e l’Africa. Nel 2020 decide di dimettersi come preside della Bernard and Anne Spitzer School of Architecture, del City College di New York, per fondare in Ghana ad Accra l’African Futures Institute, scuola di specializzazione in architettura. Già nel 2015 aveva fondato la Graduate School of Architecture alla University of Johannesburg. 

Il suo prestigioso contributo nel campo dell’architettura e della letteratura l’hanno portata a ottenere diversi riconoscimenti come il RIBA Annie Spink Award for Excellence in Education 2020 per l’eccellenza nell’insegnamento dell’architettura e l’AR, Ada Louise Huxtable Prize for Contributions to Architecture 2021.
È direttrice di “Folio: Journal of Contemporary African Architecture” e fa parte del comitato editoriale di “Arq: Architectural Research Quarterly”. 

Come spiega il Presidente della Biennale Roberto Cicutto “La scelta di Lesley Lokko come curatrice della 18ma Mostra Internazionale di Architettura vuole accogliere lo sguardo di una personalità internazionale, capace di interpretare con diversi ruoli la propria posizione nel dibattito contemporaneo su architettura e città, che parte dalla sua esperienza immersa in un continente che sempre più sta diventando un laboratorio di esperienze e proposte per tutto il mondo contemporaneo.

 

Le sezioni espositive e i partecipanti

 

Il Laboratorio del Futuro è una mostra divisa in sei sezioni espositive e comprende 89 espositori, di cui la metà provenienti dall’Africa o dalla diaspora africana e 64 Partecipazioni Nazionali. Gli espositori vengono definiti Practitioner, a riprova di una volontà di cambiamento: con questo termine si intendono in maniera più ampia architetti, urbanisti, designer, ingegneri e paesaggisti perché si crede chele condizioni dense e complesse dell’Africa e di un mondo in rapida ibridazione richiedano una comprensione più ampia del termine architetto” .
Altra novità, pochi nomi noti e grandi studi e molti giovani (l’età media dei professionisti presenti è di 43 anni e il più giovane ne ha 24) e studi a conduzione individuale e molto piccoli. 

 

La Mostra della Biennale di Architettura 2023 inizia nel Padiglione Centrale dei Giardini con la sezione chiamata Force Majeure (Forza Maggiore), composta dai 16 migliori studi di progettazione africana, continua nell’Arsenale e in parte a Forte Marghera, con la sezione Dangerous Liaisons (Relazioni Pericolose) insieme alla sezione Progetti Speciali della Curatrice. In entrambe le sezioni sono presenti opere di giovani Pratictioner africani e diasporici chiamati Guest from the Future (Ospiti dal Futuro), fornendo “un’istantanea delle pratiche e delle modalità future di vedere e stare al mondo”.

Per la prima volta la Biennale di Architettura 2023 si arricchisce con la Biennale College Architettura, che dal 25 giugno al 22 luglio permette di far lavorare insieme docenti internazionali e studenti, laureati e professionisti emergenti selezionati con open call da Lesley Lokko. 

 

Per approfondire tutto ciò che riguarda la Mostra della Biennale di Architettura 2023 è possibile visitare il sito ufficiale: scopri sul nostro blog tutte le novità in campo architettura.

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